La tensione commerciale tra Svizzera e Stati Uniti è giunta a un punto cruciale. A partire dal 5 aprile 2025, gli Stati Uniti hanno introdotto un dazio base del 10% su tutte le importazioni, inclusi molti prodotti svizzeri. Una tariffa aggiuntiva del 31%, calcolata in base al disavanzo commerciale bilaterale, è stata sospesa per 90 giorni e potrebbe entrare in vigore dal 9 luglio, se non verrà raggiunto un accordo.

Le misure rientrano nell’Executive Order 14257 (“Liberation Day Tariffs”), fondato sull’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), che conferisce al presidente USA ampi poteri tariffari. L’impatto sulle esportazioni svizzere – in settori come macchinari, orologeria, agroalimentare – è già tangibile.

Il governo svizzero, attraverso la SECO (seco.admin.ch), ha avviato colloqui intensi con Washington. L’obiettivo: evitare l’attivazione della tariffa aggiuntiva e contenere gli effetti negativi sulla competitività delle imprese elvetiche.

Scenari possibili dopo il 9 luglio:

In un contesto globale instabile, la Svizzera punta su diplomazia, resilienza industriale e diversificazione dei mercati per affrontare la sfida.

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