Il 25 settembre 2022, il popolo svizzero si è espresso a favore della riforma dell’AVS, garantendo di conseguenza la stabilizzazione ed il finanziamento dell’AVS fino al 2030.
La riforma entrerà in vigore presumibilmente il 1° gennaio 2024 e comprende due punti sostanziali collegati tra loro:
1) Modifica della legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti
2) Finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto
L’età di riferimento pensionabile è dunque stata fissata a 65 anni sia per gli uomini che per le donne, sia nell’AVS che nella previdenza professionale, rendendo pertanto la riscossione della rendita più flessibile e l’IVA è stata aumentata di 0.4 punti percentuali a favore dell’AVS.
Tale riforma prevede misure atte ad attenuare le ripercussioni dell’aumento dell’età di riferimento per le donne prossime al pensionamento, ossia coloro che avranno compiuto i 55 anni al momento dell’entrata in vigore della riforma. Queste misure compensative prevedono sia un supplemento di rendita versato a vita per le donne che non anticiperanno la riscossione della rendita di vecchiaia che aliquote di riduzione ridotte per le donne che anticiperanno la riscossione della rendita di vecchiaia.
Tra le modifiche principali inoltre è prevista la possibilità di riscuotere la rendita di vecchiaia tra i 63 e i 70 anni sia per gli uomini e per le donne (per le donne della generazione di transizione, tra i 62 e i 70 anni) e l’introduzione della possibilità di anticipare/rinviare anche solo una parte della rendita.
In ultimo, la normativa vigente prevede oggi, in caso di esercizio di un’attività lucrativa dopo il raggiungimento dell’età di pensionamento, una franchigia di 1’400 CHF al mese, ed i contributi pagati in questo periodo non comportano alcun aumento della rendita di vecchiaia.
Con la nuova riforma invece, ci sarà la possibilità di rinunciare alla franchigia per le persone che continueranno a lavorare dopo aver raggiunto l’età di riferimento. Inoltre, questi contributi AVS pagati dopo il raggiungimento dell’età di riferimento potranno essere utilizzati per colmare lacune contributive o per migliorare la propria rendita AVS (fino a concorrenza della rendita massima).
Concludendo, la riforma AVS 21 rappresenta un primo passo verso il risanamento delle casse di previdenza, garantendo tuttavia il finanziamento solo fino al 2030. Dopo quella data, c’è il rischio che l’AVS torni ad essere in deficit. Sono state pertanto presentate altre due iniziative che saranno sottoposte a votazione nei prossimi anni. Una chiede una tredicesima mensilità di rendita AVS, mentre l’altra prevede un ulteriore innalzamento dell’età di pensionamento.
Ricordiamo infine che, anche per il secondo pilastro è attualmente in discussione in Parlamento la riforma LPP 21.